Donazione e ricerca sono le parole scritte sul piatto corde della racchetta che oggi, simbolo di un ambizioso progetto di raccolta del sangue cordonale ombelicale, porta il nome di Flavia Pennetta. L’ormai ex tennista brindisina, che presto diventerà mamma, è ufficialmente la testimonial di Adisco (Associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale) Brindisi.
Nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 7 febbraio, presso Palazzo Virgilio, bella, solare e con una luce negli occhi diversa dal solito, quella che solo una donna che sta per mettere al mondo un bambino può avere, Flavia ha incontrato i soci e i componenti del direttivo dell’associazione. Un appuntamento per pochi intimi al quale, tra gli altri, hanno partecipato Giuseppe Garrisi e Carla Lanzillotto, rispettivamente presidente nazionale e regionale di Adisco. Dopo i saluti iniziali di Lina Bruno, presidente della sezione territoriale di Brindisi, un excursus veloce sull’argomento e quattro chiacchiere a tu per tu con la campionessa che, poi, si è fermata a scattare qualche foto-ricordo con i presenti.
Il cordone ombelicale – come è stato spiegato dagli addetti ai lavori -, attraverso il quale ogni mamma nutre il proprio bambino nel grembo, dopo il parto viene usualmente gettato: dare il consenso alla donazione di sangue del cordone ombelicale significa evitare questo spreco, mettendone a frutto l’utilità come importante risorsa per la salute e la ricerca. Il sangue del cordone ombelicale e della placenta, infatti, è ricco di cellule staminali, simili a quelle del midollo osseo che hanno un ruolo fondamentale nella cura di gravi malattie del sangue. In particolare, queste cellule, sono utilizzate per leucemie e linfomi, malattie congenite e metaboliche: attualmente vengono curate con il trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale circa 80 malattie, un numero destinato a crescere ancora in futuro.
«Già dallo scorso anno – ha affermato Lina Bruno, presidente di Adisco Brindisi – avevamo tentato di contattare Flavia perché fosse la nostra testimonial in quanto nostra illustre concittadina. Lei ha dato la sua disponibilità abbastanza presto, però, abbiamo dovuto aspettare un poco perché a causa dei suoi impegni era in giro per il mondo. Questo forse è stato un bene dal momento che adesso, oltre ad essere una tennista, una ragazza bella e simpatica, è anche una futura mamma che probabilmente donerà il cordone ombelicale. Averla qui è un onore e un piacere: siamo convinti che il suo carisma darà una marcia in più all’attività di sensibilizzazione che noi come Adisco cerchiamo di portare avanti per evitare che venga sprecato questo capitale così prezioso che è il sangue cordonale. La ringraziamo e nel donarle la spilletta dell’associazione, la nominiamo nostra socia onoraria».
Il sangue cordonale può essere raccolto e conservato presso adeguate strutture (Banche di sangue del cordone ombelicale), rendendosi immediatamente disponibile per chi ne avesse bisogno. La donazione ad una Banca pubblica, pertanto, non è mai inutile perché laddove l’unità donata non dovesse essere idonea per il trapianto, potrà essere utilizzata per la ricerca scientifica.
«Certo è che anche in questa situazione – ha spiegato Giuseppe Garrisi, presidente nazionale di Adisco – entrando nel dettaglio della tematica – c’è chi pensa di poter far business. Bisogna stare molto attenti alle Banche private, che del sangue ombelicale ne fanno commercio diffondendo informazioni non corrette».
«Il mese scorso – ha continuato la Pennetta – , quando a Barcellona, dove nascerà mio figlio, ho incontrato il mio ginecologo, anche lui mi ha consigliato di donare il cordone. Devo dire che mio marito Fabio, che non era presente alla visita, appena l’ho sentito al telefono, non era molto convinto sull’argomento. Appena rientra approfondiremo insieme la questione e molto probabilmente anche io donerò il sangue del cordone ombelicale».
«La donazione – ha concluso Carla Lanzillotto, presidente Adisco Puglia – è un qualcosa in cui credo fermamente. Ritengo si tratti di un percorso fondamentale per l’esistenza stessa. A tal proposito, volevo chiudere con delle parole di Dan Brown che diceva: ‘ciò che abbiamo fatto solo per noi stessi muore con noi. Ciò che abbiamo fatto per gli altri e per il mondo resta ed è immortale’».